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FISICA QUANTISTICA E MEDICINA
 
1: Universo, Coscienza, DNA
2: Epigenetica
3: Psiconeuroimmunologia
4: Telomeri e invecchiamento
5: Bosone di Higgs, la particella di Dio
6: Fisica quantistica applicata alla cellula
7: Interazioni fra coscienza, corpo, ambiente e sincronicità
8: La realtà non più oggettiva, ma specchio della mente
9: Il vuoto cosmico come campo di Coscienza e l'Universo come ologramma contenuto in ogni particella
10:
Altre applicazioni delle scoperte della fisica quantistica,
 la memoria dell'acqua e gli esperimenti di
Masaru Emoto
11: La fisica quantistica convalida l'omeopatia
12: Lo yoga e la meditazione come strumento per favorire la fusione della nostra coscienza con la Coscienza  Cosmica che permea l'Universo quantistico

1:  Universo, Coscienza, DNA
L'UNIVERSO è un infinito campo di coscienza in cui l'energia si condensa diventando materia.

 L’uomo e la natura sono costituiti di energia e materia. La materia è energia (frequenza elettromagnetica) condensata e quindi tutti i corpi emettono e ricevono frequenze.   La fisica quantistica ha recentemente dimostrato che ogni sostanza in natura emette  energia biofotonica, una sorta di debole luminescenza che è in grado di interagire e comunicare informazioni con le strutture più delicate della cellula, compreso il DNA, che funziona dunque come un ricevitore-trasmettitore. Ma la cosa straordinaria è che tutte le cellule del corpo umano  sono in continua connessione elettromagnetica  fra di loro e con il mondo esterno. Fino a poco tempo fa si pensava che il DNA potesse essere influenzato da cause esterne, come virus,  agenti inquinanti, radiazioni elettromagnetiche ecc. o subire mutazioni casuali,  oggi abbiamo scoperto che noi siamo in grado, con le nostre emozioni e i nostri pensieri,  di influenzare e modificare permanentemente il DNA  delle nostre cellule. Il nostro organismo, espressione fisica del nostro DNA, è dunque influenzato dal nostro mondo interiore e dal mondo esterno, come se fosse per così dire " pizzicato" così fra microcosmo e macrocosmo e i biofotoni sarebbero il principale meccanismo di trasporto delle comunicazioni.
  La fisica moderna ha infatti dimostrato che tutto l'universo è costituito da un fitta rete di comunicazioni, un universo di energia e di materia connessa da un preciso intreccio di informazioni, una sorta di campo di Coscienza  che permea il vuoto cosmico, nel quale si crea la materia e al quale noi siamo connessi. Le informazioni controllano la struttura e l'organizzazione della materia.
In questo contesto, i nostri cervelli si comporterebbero come se fossero parte di una Mente collettiva infinitamente grande.Così come  miliardi di neuroni formano il nostro cervello, a loro volta miliardi di cervelli sarebbero connessi a formare una Mente più grande. Il nostro cervello e le nostre cellule ricevono infatti miliardi di bit al secondo di informazioni provenienti dal cosmo, che influenzano la nostra salute e il nostro comportamento, senza che noi ce ne accorgiamo. Anche un banale cambiamento di tempo è preceduto da modificazioni dei campi magnetici, con il risultato di influenzare la nostra salute e il nostro umore. Tutto questo ci giunge dall'esterno, ma noi dobbiamo difenderci anche dai danni che ci autoprocuriamo scaricando sul DNA e sulle nostre cellule l'effetto nefasto dei pensieri negativi e dei conflitti.

  2: EPIGENETICA
Questa nuova scienza, definita EPIGENETICA, rivela quindi che noi “controlliamo” il nostro genoma, anziché esserne strettamente controllati. Se l’attività dei nostri geni è influenzata profondamente non solo da tutto ciò che giunge dall'esterno, ma anche dai nostri pensieri e dalle nostre emozioni, possiamo spiegarci perché la gente può guarire spontaneamente da malattie ritenute inguaribili.
Questa nuova prospettiva è fondamentale in ogni processo di guarigione, perché riconosce che quando cambiamo la nostra percezione o le nostre credenze, mandiamo messaggi totalmente diversi alle nostre cellule, provocando la loro riprogrammazione. Se, per esempio, una esperienza traumatica ci porta inconsciamente a desiderare di morire, la cellula e l'organismo, come uno specchio fedele, possono produrre una grave malattia. Al contrario, l'accettazione delle esperienze negative e il recupero dell'entusiasmo di vivere conducono alla guarigione.
Dentro ognuno dei nostri corpi, ci sono miliardi di  cellule embrionali concepite per riparare o sostituire tessuti e organi danneggiati. L’attività di queste cellule rigenerative sono epigeneticamente controllati, in parte dall'ereditarietà, in parte dalle influenze dell'ambiente  e in parte dalle nostre convinzioni.  Quindi, ciò che pensiamo dell’invecchiamento, per esempio,  può interferire o migliorare il funzionamento delle cellule, favorendo il nostro "ringiovanimento" o il nostro declino.
È così che la mente, tramite il sistema nervoso, controlla la nostra biologia e si connette direttamente con il sistema endocrino ed il sistema immunitario, che regola le difese dell'organismo verso virus, batteri ma che ci difende anche dalle pericolose degenerazioni cellulari che causano il cancro.

3:  Psiconeuroimmunologia
La disciplina che studia le connessioni fra mente, sistema nervoso, sistema immunitario ed endocrino si chiama PSICONEUROIMMUNOLOGIA. In questo modo si spiega come la guarigione sia amplificata dalla fiducia nella terapia, a generare il cosiddetto effetto placebo. Quando la mente percepisce l’ambiente come sicuro e amichevole, le cellule si focalizzano sulla crescita. Le cellule devono svilupparsi affinché il corpo continui a funzionare in modo sano. Al contrario, in situazioni di stress, le cellule assumono un atteggiamento di difesa. Quando ciò accade, le risorse energetiche del corpo, normalmente impiegate per sostenere la crescita, vengono dirottate a questi sistemi che forniscono protezione. Il risultato è che in un sistema stressato i processi di crescita sono limitati o sospesi. Nei casi di stress acuto (breve) l’organismo è in grado di adattarsi, mentre uno stress cronico e prolungato è debilitante, perché le richieste energetiche del corpo interferiscono con la manutenzione richiesta, e ciò porta a patologie e disfunzioni.
Per modificare la “registrazione” di un comportamento, occorre mettere in moto la consapevolezza e la  convinzione per  attivare  il programma che contiene i mutamenti desiderati. Per fare ciò dobbiamo innanzitutto diventare più consapevoli di noi stessi e comprendere come certi comportamenti siano legati a traumi ed esperienze che hanno lasciato un segno in noi. Quando siamo più consapevoli, diventiamo padroni del nostro destino, anziché vittime della nostra programmazione inconscia. Il cammino di crescita spirituale individuale, accelerato dalle pratiche yoga e da svariate tecniche psico-energetiche, possono accelerare la  riprogrammazione delle credenze inconsce limitanti con un benefico effetto sul nostro organismo e sulla salute psicofisica.

4: Telomeri e invecchiamento
I telomeri sono porzioni di Dna che si trovano alle estremità dei cromosomi e per la loro funzione possono essere considerati l’orologio biologico della cellula. Il loro compito è quello di riparare i danni che il DNA subisce nella vita della cellula e durante la sua riproduzione; si accorciano ogni volta che la cellula si divide finchè, divenuti criticamente corti, inducono un blocco della duplicazione e la cellula muore. Questo fenomeno, del tutto normale, connesso con l’invecchiamento cellulare, è contrastato dalla telomerasi, un enzima in grado di sintetizzare nuove sequenze telomeriche, riparando il DNA e allungando di fatto la vita cellulare. Questa scoperta, contrassegnata nel 2009 dal premio Nobel per la medicina, dimostra che le persone più longeve sembrano avere l'enzima telomerasi più attivo ed efficiente a riparare i danni sul DNA, ma la cosa interessante è stata la dimostrazione scientifica che la meditazione è in grado di migliorare l'efficienza di questo enzima, prolungando la vita cellulare e di tutto l'organismo. La pratica dello yoga e della meditazione rallentano dunque l'invecchiamento.
Ma le applicazioni pratiche non si fermano quì.
Nelle cellule tumorali impazzite la telomerasi continua invece ad agire con implacabile efficienza rendendole sempre giovani e 'immortali', al punto di divorare gli altri tessuti, mentre con gli anni le cellule normali si indeboliscono fino a sparire. Si intuisce pertanto come gli studi sulla telomerasi o sui telomeri possano offrire filoni di ricerca interessanti per trovare nuove strade nella lotta contro il cancro, contro le malattie genetiche e contro l'invecchiamento.


5: BOSONE DI HIGS, LA PARTICELLA DI DIO
le recenti scoperte della fisica quantistica applicata alla biologia non si fermano qui, e potranno essere utilizzate per comprendere l'origine della vita e i fenomeni connessi con psiche e coscienza.
La nuova particella è un bosone scalare, osservato per la prima volta nel 2012, la cui esistenza era già stata ipotizzata,  sin dal 1964,  dal fisico Peter Higgs. Egli aveva proposto una idea in base alla quale il vuoto cosmico non è vuoto ma è un enorme campo,  una entità fisica che possiede determinate proprietà fisiche in cui le particelle elementari possono interagire. Dunque, le onde si propagano nel vuoto, anche se a prima vista questa affermazione potrebbe suonare alquanto strana.
  Per capire meglio questo concetto, introduciamo la seguente analogia, dove le particelle elementari sono sostituite da pesci che nuotano nell'acqua apparentemente invisibile, ma che permette a loro di interagire e che rappresenta proprio il campo di Higgs. In questo campo  i bosoni permettono alle particelle di acquisire massa, cioè di materializzarsi. E' chiamata la 'particella di Dio' perché grazie ad essa ogni cosa ha una massa e la materia esiste così come la conosciamo.
La scoperta di una particella come questa era necessaria: è l'ultimo mattone del quale la fisica contemporanea ha bisogno per completare la principale delle sue teorie, chiamata Modello Standard. Questo è una sorta di "catalogo della materia" che prevede l'esistenza di tutti gli ingredienti fondamentali dell'universo così come lo conosciamo.
Tutti questi componenti della materia sarebbero inanimati senza una massa: è il bosone di Higgs che li costringe a interagire tra loro e ad aggregarsi. Conferisce massa alle particelle e, di conseguenza, a tutta la materia dell'Universo visibile ma non si può vedere perché decade, come le bollicine dello champagne, che nascono e scompaiono continuamente, come se il vuoto cosmico fosse un enoreme campo innevato nel quale "friggono queste particelle". Come possono donare massa? E' come se nell'acquario comparisse ad un certo punto un pesce particolare, che attira tutti gli altri attorno a sè, formando un gruppo sempre più numeroso e compatto. Oppure, come in una delle descrizioni più celebri, il bosone di Higgs si comporta come un personaggio famoso che entra in una sala piena di persone che si muovono in tutte le direzioni, attirando intorno a sè gran parte dei presenti che si fermano attorno a lui formando un gruppetto di aggregazione sempre più folto.

 
Per riassumere questi concetti, difficili anche per un esperto fisico nucleare, è possibile immaginare un campo di Higgs che permei tutto lo Spazio, pieno di questi bosoni. Come i fotoni trasferiscono energia alle particelle che incontrano, così i bosoni di Higgs sarebbero vettori di massa e conferirebbero la massa. Le varie particelle elementari attrarrebbero più o meno bosoni di Higgs, mettendo su più o meno massa.
Il campo di Higgs non è per niente immobile, le sue fluttuazioni sono provocate da bosoni di Higgs che compaiono e scompaiono. Il risultato è un mare in ebollizione di particelle che si spintonano a vicenda. Le altre particelle elementari interagiscono  con i bosoni acquistando massa, tranne i fotoni, (raggi di luce) che sembrerebbero attraversare il campo senza subire modificazioni.
È quindi la “regina” delle particelle elementari. Nel senso che è la particella la cui esistenza consente che tutte le altre particelle fondamentali (dal protone all’elettrone, agli altri bosoni) abbiano una massa e possano manifestarsi. Per questo motivo viene definita particella di Dio.
L'UNIVERSO è dunque un infinito campo di coscienza in cui l'energia si condensa diventando materia.
 
6: Fisica quantistica applicata alla cellula.
La materia e l'energia di cui è composto l'organismo sono tra loro legate da un principio di dualità che le rende tramutabili l'una nell'altra (A. Einsten, premio nobel 1921).
La Fisica quantistica dimostra che le particelle elementari quali l'elettrone ed il fotone sono caratterizzate da una duplice natura: corpuscolare ed ondulatoria. Sotto questo aspetto un fotone, ossia un singolo raggio di luce, si può tramutare in una particella (dualismo della funzione "onda-particella").
In accordo con le teorie, sperimentalmente dimostrate, di Fritz Albert Popp, tutti i sistemi viventi sono caratterizzati da una debole emissione di energia definita con il termine di biofotoni, ovvero di quanti energetici che, in quanto tali, si propagano alla velocità della luce, fornendo una sorta di luminescenza che va dall'infrarosso all'ultravioletto.  L'intensità di questa radiazione corrisponde a quella di una candela osservata a dieci chilometri di distanza. Ma la cosa straordinaria è che questa luce formata da biofotoni costituisce una vera e propria linea di comunicazione istantanea tra le varie regioni dell'organismo, che non viene filtrata dalle membrane cellulari o da altri blocchi .
Ogni cellula emette dunque segnali specifici, caratteristici del tessuto, e quindi dell'organo, di cui fa parte e comunica con le altre cellule attraverso questo fenomeno di risonanza.
Le cellule di uno stesso organo sono caratterizzate dalla medesima risonanza.
Secondo Popp i biofotoni originano dal nucleo cellulare ed in particolare dal DNA, che in questa ottica potrebbe essere paragonato ad una stazione radio che riceve e trasmette i segnali elettromagnetici che regolano le funzioni vitali.
I biofotoni costituiscono il linguaggio con il quale le cellule scambiano informazioni per dar vita ad un organismo.
I sistemi viventi sono quindi caratterizzati da un'immensa rete di interconnessioni interne ed esterne,  e ogni cellula del nostro organismo, tramite il suo DNA, che funziona come un trasmettitore-ricevitore, emette e riceve segnali frequenziali.
Tutte le cellule dell’organismo sono quindi in continua ed istantanea comunicazione fra di loro e si scambiano messaggi sotto forma di biofotoni che hanno caratteristiche elettromagnetiche con precisi effetti biologici. Si tratta di un sistema di autoregolazione continua, i cui dati fanno dialogare le cellule fra di loro e con l'ambiente esterno, per mantenere un equilibrio dinamico che ci mantiene in salute.
Il significato pratico è che tutta la nostra vita, le esperienze, le emozioni interagiscono con psiche, corpo e ambiente inducendo continui adattamenti. I problemi e le esperienze negative diventano disarmonia o  energia bloccata,  quindi sintomo e patologia.
Le cellule ricevono ed elaborano le informazioni. I nostri geni (DNA) sono influenzati sia dalle condizioni ambientali, dal cibo, dai campi magnetici, dall’inquinamento, da tutto ciò che proviene dall’esterno, ma anche da tutto ciò che proviene dall’interno,  dal nostro mondo interiore, inclusi i pensieri e le nostre credenze. E’ importante modificare quindi le convinzioni negative che operano a livello inconscio, perchè rendono vano ogni tentativo di cambiamento. Per fare ciò dobbiamo renderci consapevoli di questi processi inconsci  per poter mettere in atto meccanismi di rinnovamento e scardinare il meccanismo dell’autosabotaggio. La filosofia yoga, con le varie esperienze meditative che insegna, è uno dei percorsi di crescita più sicuri e veloci per raggiungere questo equilibrio di autoconsapevolezza. Non per niente la parola yoga significa "unione": unione ed armonia fra il microcosmo interno di pensieri ed emozioni e l'Universo esterno, a dimostrazione che le nostre menti e la nostra coscienza fanno parte di una Mente e una Coscienza infinitamente più grande.

7: Interazioni fra coscienza, corpo, ambiente e sincronicità
 Questa visione sembra  trovare riscontro anche nelle più recenti scoperte compiute in ambito biochimico dalla Perth, la quale ha accuratamente studiato la sottile interazione esistente tra mente, sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario, giungendo sostanzialmente a confermare la realtà energetica dell’essere umano e la sua indissolubile unità mente/corpo.
  Questa incredibile possibilità di comunicazione e di istantaneo scambio di informazioni farebbe parte di un intreccio che permea tutto l’universo (entalgement), un infinito campo di coscienza, come già detto, una vera e propria Mente Universale .
Anche l’essere umano è un sistema al cui interno vivono altri sistemi più piccoli (come le cellule) ed è egli stesso inserito in un sistema più ampio,  chiamato organismo Uomo.  Vi è quindi una Mente Universale più vasta di cui la mente individuale è solo un sottosistema; tale ipotesi è una convalidazione, attraverso la fisica moderna, dell’Inconscio Collettivo proposto da Carl Gustav Jung.
La nostra mente sarebbe inconsciamente connessa e dipendente da una Mente e una Coscienza generale che permea tutto l'Universo, di cui noi siamo un piccolo frammento, proprio come le particelle subatomiche e i fotoni che navigano nel vuoto cosmico aggregandosi a formare la materia di cui noi siamo costituiti (particelle e fotoni che percorrono l'infinito campo di Higgs). Questo spiegherebbe i fenomeni di sincronicità, come si può capire da questo racconto:
      "Un esempio di sincronicità inteso come comunicazione dell'inconscio collettivo è dimostrato dal comportamento della scimmia giapponese Macaca Fuscata. Una di queste colonie viveva isolata sull’isola di Koshima, dove nel 1952 l’uomo diede alle scimmie una "spinta" evolutiva: forniva loro delle patate dolci gettate sulla sabbia. Erano stati approntati una serie di posti di osservazione, nei punti d’incontro del territorio del gruppo. Abitualmente le giovani scimmie imparano le abitudini alimentari dalle madri, che insegnano a loro cosa mangiare e come comportarsi con il cibo stesso. Esse avvicinarono le nuove scorte di cibo "artificiale", ma nulla nel loro comportamento le rendeva capaci di alimentarsi con patate dolci selvatiche, perchè coperte di sabbia. A un certo punto Imo, una femmina di diciotto mesi, risolse il problema, portando le patate giù verso il torrente e lavandole prima di mangiarle, originando così una vera rivoluzione culturale.  Piano piano, la nuova "abilità" si sparse attraverso la colonia, ma  poi successe ancora qualcosa di straordinario: nell’autunno di quell’anno, un numero imprecisato di scimmie di Koshima lavava le patate dolci nel mare, perché Imo aveva fatto l’ulteriore scoperta che l’acqua salata non solo puliva il cibo ma gli dava un interessante nuovo sapore. La cosa però incredibile è che il comportamento era apparso spontaneamente anche in altre colonie di scimmie su isole molto lontane, senza che avessero potuto comunicare, come se questa abilità fosse stata trasmessa da una comunicazione inconscia fra i cervelli delle scimmie della stessa specie."
La comunicazione inconscia dei nostri cervelli, che si comportano come se fossero i neuroni di una Mente Universale, spiegherebbe quindi i fenomeni di telepatia.

8: La realtà non più oggettiva, ma specchio della mente.
L'immagine quantistica della realtà, non è più oggettiva come si riteneva in passato, ma dipende in parte dall'osservatore, cone se fossimo circondati da un enorme specchio che riflette le proiezioni della nostra mente.
 La fisica quantistica abbatte definitivamente l’utopia di una realtà oggettiva.  La natura di ogni fenomeno osservato è inevitabilmente soggettiva e varia in relazione al colui che la percepisce; una delle maggiori stranezze della fisica quantistica è che quando cerchiamo di isolare e osservare un singolo raggio di luce (fotone), in quell'istante il fotone  si trasforma in una particella, allo stesso modo, quando osserviamo una particella, in quell'istante si ritrasforma in raggio di luce, come se noi, che stiamo osservando, potessimo influenzare la sua natura. Questo è il principio della trasformazione dell'energia in massa e viceversa, scoperta da Albert Einstein nel 1921, ma la cosa inspiegabile è quella influenza dell'osservatore, come se le particelle avessero una coscienza che interagisce con la nostra, modificando il loro stato fisico... per questo motivo i fisici Bohr e Heisenberg modificarono la terminologia utilizzata nell’ambito delle ricerche scientifiche, sostituendo la parola "osservatore" con "partecipatore".  Essi giunsero anche alla conclusione che esiste un’intrinseca inadeguatezza del linguaggio nella descrizione dei fenomeni, per cui la comprensione della realtà quantistica è essenzialmente esperienziale e difficilmente formulabile attraverso la razionalità e la logica.

9: Il vuoto cosmico come campo di coscienza
e l'Universo come ologramma contenuto in ogni particella.
Il campo quantistico (campo di Higgs) è l’entità fisica fondamentale alla base della Realtà Universale, un vero e proprio campo di Coscienza che occuperebbe il vuoto cosmico.  Tale campo è  un intreccio di comunicazioni, presente ovunque nello spazio e le particelle non sono altro che condensazioni locali della sua energia, sempre connesse e informate in tempo reale di quello che succede nel cosmo.  La sua principale caratteristica è la comunicazione, secondo cui parti lontane di uno stesso sistema interagiscono tra loro istantaneamente con una velocità di comunicazione continua ed istantanea, come se tutto l'universo fosse unito da una forma di consapevolezza.  A partire da questo principio sono sorti tutti i successivi metodi di interpretazione della realtà e della natura umana.
Il neurofisiologo Pribram e il fisico Bohm hanno recentemente unito i risultati delle loro ricerche per dar vita ad un’interpretazione della realtà che si avvale di un’analogia con il fenomeno olografico, per cui tale visione prende il nome di paradigma olografico.  In parole semplici l'Universo sarebbe un enorme modello tridimensionale (ologramma), contenuto e rappresentato fedelmente in ogni sua parte, al punto che anche anche una micro-particella subatomica lo  riproduce all'interno. Qualsiasi particella atomica o subatomica contiene all'interno l'immagine tridimensionale (ologramma), il progetto insomma di tutto l'Universo, e grazie a questo tutto ciò che è contenuto nell'Universo vive in uno stato di continua connessione e compartecipazione. Tale paradigma svela che la realtà comunemente percepita (realtà esplicita) è proprio l’ologramma, o proiezione olografica, di una realtà energetica non localizzata situata ad un livello più profondo (realtà implicita) che il cervello filtra ed interpreta costantemente per renderla razionalmente comprensibile.   
Il fisico Henry Margenau parte dalla considerazione che la realtà è un unico grande sistema all’interno del quale possono essere estrapolati un’infinità di altri sistemi minori; la loro considerazione dipende dal tipo di studio che si vuole effettuare.  Anche l’essere umano è un sistema al cui interno vivono altri sistemi più piccoli (come le cellule) ed è egli stesso inserito in un sistema più ampio,  chiamato organismo Uomo.  Vi è quindi una Mente Universale più vasta di cui la mente individuale è solo un sottosistema; tale ipotesi è una convalidazione, attraverso la fisica moderna, dell’Inconscio Collettivo proposto da Carl Gustav Jung.
 Questa Mente Universale potrebbe esprimersi attraverso un infinito campo di coscienza, ospitato nel vuoto cosmico come un'intreccio di comunicazioni (campo di Higgs) in cui l'energia si alterna alla materia.
La motivazione per cui la maggior parte degli esseri umani condivide la stessa visione del mondo, è dovuta all’esistenza di un consenso comune inconscio, ossia una condivisione collettiva del modo di percepire la realtà insita nella Mente Universale Collettiva della specie umana.  Ogni individuo crea e mantiene in piedi la costruzione di questa realtà costantemente ed inconsapevolmente attraverso il suo contatto inconscio simultaneo con tutti gli altri individui.
La natura di un individuo e la genesi delle sue malattie possono essere comprese solo considerando il suo rapporto con l’intera specie di cui fa parte.

10: Altre applicazioni delle scoperte della fisica quantistica
 la memoria dell'acqua e gli esperimenti di
Masaru Emoto

Nato nel 1943 in Giappone, Masaru Emoto ha cominciato nel 1984 le sue ricerche approfondite sull'acqua.
Dopo aver messo a punto la sua tecnica di refrigerazione, cominciò ad esaminare e fotografare diversi tipi di acqua, come l'acqua dell'acquedotto di diverse città del mondo, e quella proveniente da sorgenti, laghi, paludi, ghiacciai. Quindi gli venne l'idea di esporre l'acqua alle vibrazioni della musica, delle parole (pronunciate o anche soltanto scritte sulle bottiglie dei campioni d'acqua) e persino dei pensieri.
I risultati dei suoi esperimenti mostrano, che i cristalli d'acqua, così trattata, cambiano struttura a seconda dei messaggi che ricevono.
L'acqua trattata con parole "positive" forma dei cristalli bellissimi, simili a quelli della neve; l'acqua trattata con parole "negative" invece, reagisce, creando forme amorfe e prive di armonia geometrica. Le immagini dei cristalli sono talmente impressionanti che Masaru Emoto ha deciso di renderle disponibili a tutte le persone interessate, attraverso la pubblicazione di numerosi libri e attraverso conferenze che tiene in tutto il mondo.

Memoria dell'acqua, si riaccende il dibattito sull’omeopatia.
 L’acqua viene «informata» dai principi attivi in essa diluiti.
Il Dna è in grado di emettere e di trasmettere segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi "memoria" delle caratteristiche del Dna stesso.
In sintesi,, il Dna «comunica» all’acqua che memorizza e divulga il messaggio.
Già in passato si era ipotizzato che l'acqua potesse avere una sorta di memoria, concetto molto contestato dalla comunità scientifica internazionale. Questo studio fu pubblicato da Nature nel 1988 e poi cancellato perché non ripetibile. Il medico e immunologo Jacques Benveniste (1935-2004), noto a livello internazionale per i suoi studi sulle allergie e sul sangue, all’epoca direttore della ricerca medica all’Inserm (il Cnr francese), fu l’autore di quell’esperimento. Benveniste fu poi accusato di truffa e di conflitti di interesse con le aziende di prodotti omeopatici. Seppur additato dalla scienza internazionale, non fu mai licenziato dall’Inserm, cosa che invece avvenne per la sua segretaria e continuò i suoi studi fino alla sua morte. Questa nuova ricerca sembrerebbe aver trovato una chiave scientifica a quello che cercò di provare Benveniste. Che oggi, se fosse ancora vivo, sarebbe super felice nel leggere quanto scoperto dal team italo francese e pubblicato su una delle riviste di fisica più prestigiosa, il "Journal of Physic".
Titolo del lavoro: Dna, waves and water, che ad effetto gioca tra le parole Dna, onde (elettromagnetiche) e acqua. Ma ancora più importante è il nome di chi ha guidato il team francese: il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier insieme ai biologi Lavallè e Aissa. Il secondo gruppo di ricerca, l’italiano, era invece costituito da fisici. Coordinato da Emilio Del Giudice, (Iib, International Institute for Biophotonics, di Neuss in Germania) con Giuseppe Vitiello (Fisico teorico del Dipartimento di matematica ed informatica dell’università di Salerno) e Alberto Tedeschi, ricercatore (White Hb di Milano).
E’ stato Montagnier a scoprire che alcune sequenze di Dna possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi «memoria» delle caratteristiche del Dna stesso.
Che cosa significa questo? «Innanzitutto — spiega il Nobel — che si potranno sviluppare sistemi diagnostici finora mai progettati, basati sulla proprietà "informativa" dell’acqua biologica presente nel corpo umano: malattie croniche come Alzheimer, Parkinson, Sclerosi multipla, Artrite reumatoide e le malattie virali, come Hiv-Aids, influenza A ed epatite C, "informano" l’acqua del nostro corpo (acqua biologica) della loro presenza, emettendo particolari segnali elettromagnetici che possono essere poi "letti" e decifrati».
Nel regno animale, l’acqua rappresenta una quota compresa tra il 90-95% negli organismi inferiori e il 70-80% in quelli superiori, uomo in testa. E all’interno delle strutture biologiche, l’acqua si può trovare sia come una molecola sia in forma combinata. In realtà, l’acqua ha ancora molti «segreti», potendo per esempio agire come fattore di risonanza magnetica all’interno delle cellule e riuscire a modificare la sua concentrazione in funzione dell’invecchiamento. Si può dire che siamo fatti d’acqua: il corpo di un bambino è composto di liquidi per l’80%, man mano che si invecchia questa percentuale di acqua diminuisce, e il cervello è l’organo che ne ha di più (85%): nelle cellule, tra le cellule, tutt’intorno.  Scoprire quindi che la molecola d’acqua «registra» le onde a bassa frequenza del Dna, le «memorizza» e le trasmette in un certo senso «amplificandole» apre realmente importanti prospettive.
Non solo per la diagnosi, possibili sviluppi di tale scoperta potrebbero anche riguardare la cura. I segnali elettromagnetici presenti nell’acqua, infatti, sono riconducibili alla presenza o meno di una sua «memoria», intervenendo sulla quale si prospettano ampie possibilità di trasmissione dell’azione terapeutica dei principi attivi diluiti nell’acqua stessa. Con la prospettiva di cambiare di fatto la vita a molti pazienti, costretti all’assunzione di indispensabili farmaci salvavita che a volte recano però con sé il rischio di pesanti effetti collaterali. Concetti che scateneranno polemiche così come accadde oltre vent’anni fa per la teoria di Benveniste, all’epoca tacciato di truffa e isolato dalla comunità scientifica. Anche perché la medicina omeopatica e omotossicologica sfrutta da sempre i principi fisici per cui l’acqua può essere «informata» da sostanze in essa diluite. Dopo molti anni le ipotesi di Benveniste sembrano tornare inaspettatamente di attualità. E questa volta con il supporto scientifico della Fisica italiana, notoriamente al top mondiale. La ricerca di Montagnier, Del Giudice e Vitello indica la strada per arrivare a una migliore comprensione dei meccanismi di funzionamento del paradigma omeopatico ed omotossicologico, ma soprattutto sembra creare la base per una futura generazione di rimedi farmaceutici senza effetti collaterali perché diluiti, che basano il proprio meccanismo d’azione sull’acqua «informata» dal segnale elettromagnetico prodotto da sostanze presenti in essa a bassissime concentrazioni. Acqua «informata» e poi «attivata» tramite peculiari tecnologie chimico-fisiche.
La ricerca, dal punto di vista dei fisici, ha anche un ulteriore risvolto. Dice Giuseppe Vitiello: «E’ un passo ulteriore a dimostrazione che la moderna fisica quantistica può dare un contributo fondamentale alle ricerche mediche di frontiera».

11: La Fisica quantistica convalida l'omeopatia
LE PIU' RECENTI TEORIE DELLA FISICA QUANTISTICA E LA DIMOSTRAZIONE DELLA MEMORIA DELL'ACQUA DIMOSTRANO LA VALIDITA' DELL'OMEOPATIA.
L'omeopatia si basa su una forma di informazione immagazzinata nella materia e rilasciata nell'organismo, nel quale agisce a livello di bioregolazione, cedendo informazioni alla cellula tramite biofrequenze di risonanza che vanno a riprogammare l'attività di cellule e tessuti, come dimostrato dalle ricerche dell'equipe del premio nobel Luc
Montagnier.
Anche un rimedio altamente diluito fino a perdere traccia fisica della sostanza originaria non perderebbe però l'informazione,  trasmessa all'organismo. Questa informazione, sotto forma di biofotoni ed energia di risonanza, sarebbe in grado di superare le membrane cellulari e tutti i blocchi riequilibrando direttamente l'organismo (vedi capitolo precedente).

12: Lo yoga e la meditazione come strumento per favorire la fusione della nostra coscienza con la Coscienza  Cosmica che permea l'Universo quantistico
Oggi centinaia di  studi scientifici dimostrano cha la pratica dello yoga, oltre a donare calma e serenità,  rallenta l'invecchiamento biologico del nostro organismo. Ma la fisica quantistica dimostra che l'effetto più importante è l'espansione di coscienza e di consapevolezza. Chi pratica con costanza e completezza questa disciplina dimostra di avere più concentrazione, più energia e di migliorare anche il punteggio nei test cognitivi. Questo è facilmente spiegabile con l'aumentata capacità di sfruttare entrambi gli emisferi cerebrali, in particolare il destro, deputato alla creatività e all'intuizione, a dimostrazione di un migliore utilizzo del cervello. In meditazione, man mano che le onde cerebrali rallentano,  i due emisferi si connettono, sintonizzandosi anche con i centri nervosi profondi. Le varie aree del cervello entrano così in risonaza e si collegano tra di loro, proprio come i musucisti di un'orchestra. Questo determina non solo un effetto di rimozione di stress, garantendo una maggiore capacità di sfruttare le capacità cognitive, ma ci dona anche un aumentato livello di consapevolezza, che contribuisce sensibilmente alla nostra crescita personale, mettendoci in contatto con la rete di comuniucazioni che permeano l'universo quantistico. L'aumentata consapevolezza porta alla luce gli effetti negativi dei traumi psichici della nostra vita, aiutandoci così ad accettarli e a  superarli. Da un punto di vista biochimico lo yoga, il pranayama e la meditazione fanno aumentare il livello delle endorfine del buon umore e della serotonina, la sostanza che infonde pace e serenità, ma recenti studi dimostrano che contribuisce anche ad aumentare i livelli di acido gamma butirrico (Gaba), un importantissimo neurotrasmettitore del nostro cervello, che rappresenta un sedativo naturale. A ciò si aggiunge un accrescimento dei livelli del "fattore neurotrofico cerebrale", indispensabile per la crescita e il mantenimento in salute dei nostri neuroni. Non a caso livelli ridotti di questi neurotrasmettitori sono associati ad ansia e depressione. Anche il mondo scientifico psichiatrico riconosce questi benefici e in un recente articolo apparso sulla autorevole rivista "Frontiers in Psychiatry", si evidenziano effetti benefici anche contro patologie importanti come la depressione, la schizofrenia, la sindrome da iperattività e da deficit d'attenzione. Uno studio pubblicato su "Indian Journal of Psychiatry" conferma che la pratica yoga normalizza il livello ormonale del cortisolo, normalmente molto elevato nelle persone sottoposte a vita stressante.
L'effetto di rallentare l'invecchiamento è stato dimostrato da recenti scoperte dell'epigenetica, la scienza che studia gli effetti del nostro pensiero sul  DNA, che hanno evidenziato come la meditazione possa aumentare l'efficienza dell'enzima telomerasi, il cui compito è quello di riparare il DNA (in particolare i telomeri). I telomeri sono porzioni di DNA che si trovano alle estremità dei cromosomi e per la loro funzione possono essere considerati l’orologio biologico della cellula. Il loro compito è quello di riparare i danni che il DNA subisce nella vita della cellula e durante la sua riproduzione; si accorciano ogni volta che la cellula si divide finchè, divenuti criticamente corti, inducono un blocco della duplicazione e la cellula muore. Questo fenomeno del tutto normale, connesso con l’invecchiamento cellulare, è contrastato dalla telomerasi, un enzima in grado di sintetizzare nuove sequenze telomeriche, consentendo la riparazione del DNA e allungando di fatto la vita cellulare. Questa scoperta, contrassegnata nel 2009 dal premio Nobel per la medicina, dimostra che le persone più longeve sembrano avere l'enzima telomerasi più attivo ed efficiente a riparare i danni sul DNA, ma la cosa interessante è stata la dimostrazione scientifica che la meditazione è in grado di migliorare l'efficienza di questo enzima, prolungando la vita cellulare e di tutto l'organismo.
La pratica dello yoga e della meditazione rallentano dunque l'invecchiamento!
Ma lo yoga e la meditazione, al di là di questi benefici effetti, sono in realtà uno strumento fondamentale per condurci rapidamente e in sicurezza alla meta di un viaggio meraviglioso, che è il vero scopo della vita: un viaggio nell'anima, per entrare in armonia  con l'Universo e realizzare questa "Unione", vero significato della parola Yoga.
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