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FISICA QUANTISTICA E MEDICINA
1: Universo, Coscienza, DNA
2: Epigenetica
3: Psiconeuroimmunologia 4: Telomeri
e invecchiamento 5:Bosone di Higgs, la particella di
Dio
6: Fisica quantistica applicata alla cellula
7: Interazioni fra coscienza, corpo, ambiente e sincronicità
8: La realtà non più oggettiva, ma specchio della mente
9: Il vuoto cosmico come campo di Coscienza e l'Universo come ologramma
contenuto in ogni particella
10: Altre applicazioni delle scoperte della
fisica quantistica,
la memoria dell'acqua e gli esperimenti di Masaru
Emoto
11: La fisica quantistica convalida l'omeopatia 12: Lo yoga e la meditazione
come
strumento per favorire la fusione della nostra coscienza con la
Coscienza Cosmica che permea l'Universo quantistico 1:
Universo, Coscienza, DNA
L'UNIVERSO
è un infinito campo di coscienza in cui l'energia si condensa
diventando materia. L’uomo
e la natura sono costituiti di energia e materia. La
materia è energia (frequenza elettromagnetica) condensata e
quindi
tutti i corpi emettono e ricevono frequenze.
La fisica quantistica ha recentemente dimostrato che ogni sostanza in
natura emette energia
biofotonica, una sorta di debole
luminescenza che è in grado di interagire e comunicare
informazioni con le strutture più delicate della cellula,
compreso il DNA, che funziona dunque
come un ricevitore-trasmettitore. Ma la
cosa straordinaria è che tutte le
cellule del corpo umano
sono in continua connessione elettromagnetica fra di loro e con
il mondo
esterno. Fino a poco tempo fa si pensava che il DNA potesse
essere
influenzato da cause esterne, come virus, agenti inquinanti,
radiazioni elettromagnetiche ecc. o subire mutazioni casuali, oggi abbiamo scoperto che noi
siamo in grado, con le nostre emozioni e i nostri pensieri, di
influenzare e modificare permanentemente
il
DNA delle nostre cellule. Il nostro organismo, espressione
fisica
del nostro DNA, è dunque influenzato dal nostro mondo interiore
e dal mondo esterno, come se fosse per così dire " pizzicato"
così fra microcosmo e
macrocosmo e i biofotoni sarebbero il principale meccanismo di
trasporto delle comunicazioni. La fisica moderna ha infatti
dimostrato che tutto l'universo è costituito da un fitta rete di
comunicazioni, un universo di energia e di materia connessa da
un preciso
intreccio di informazioni, una sorta
di campo di Coscienza che permea il
vuoto cosmico, nel quale si crea la materia e al quale noi siamo
connessi. Le informazioni controllano la struttura e
l'organizzazione della materia. In
questo contesto, i nostri cervelli si comporterebbero come se fossero
parte di una Mente collettiva infinitamente grande.Così
come miliardi di neuroni formano il nostro cervello, a loro volta
miliardi di cervelli sarebbero connessi a formare una Mente più
grande. Il nostro cervello e le
nostre cellule ricevono infatti miliardi di bit al secondo di
informazioni
provenienti dal cosmo, che influenzano la nostra salute e il nostro
comportamento, senza che noi ce ne accorgiamo. Anche un banale
cambiamento di tempo è preceduto da modificazioni dei campi
magnetici, con il risultato di influenzare la nostra salute e il nostro
umore. Tutto
questo ci giunge dall'esterno, ma noi dobbiamo difenderci anche dai
danni che ci autoprocuriamo scaricando sul DNA e sulle nostre cellule
l'effetto nefasto dei pensieri negativi e dei conflitti.
2: EPIGENETICA
Questa nuova scienza, definita EPIGENETICA,
rivela quindi che noi “controlliamo” il nostro
genoma,
anziché esserne strettamente controllati. Se
l’attività
dei nostri geni è influenzata profondamente
non solo da tutto ciò che giunge dall'esterno, ma anche dai
nostri pensieri e dalle nostre emozioni, possiamo spiegarci
perché la gente può guarire spontaneamente da malattie
ritenute inguaribili.
Questa nuova prospettiva è fondamentale in ogni processo di
guarigione, perché riconosce che
quando cambiamo la nostra
percezione o le nostre credenze, mandiamo messaggi totalmente diversi
alle nostre cellule, provocando la loro riprogrammazione. Se,
per esempio, una esperienza traumatica ci porta inconsciamente a
desiderare di morire, la cellula e l'organismo, come uno specchio
fedele, possono produrre una grave malattia. Al contrario,
l'accettazione delle esperienze negative e il recupero dell'entusiasmo
di vivere conducono alla guarigione.
Dentro ognuno dei nostri corpi, ci sono miliardi di cellule
embrionali concepite per riparare o sostituire
tessuti e organi danneggiati. L’attività
di queste cellule rigenerative sono epigeneticamente controllati, in
parte dall'ereditarietà, in parte dalle influenze
dell'ambiente e in parte dalle nostre convinzioni. Quindi,
ciò che pensiamo
dell’invecchiamento, per esempio, può interferire o
migliorare il
funzionamento delle cellule, favorendo il nostro "ringiovanimento" o
il nostro declino. È
così che la
mente, tramite il sistema nervoso, controlla la nostra biologia e si
connette direttamente con il sistema endocrino ed il sistema immunitario,
che
regola le difese
dell'organismo verso virus, batteri ma che ci difende anche dalle
pericolose degenerazioni
cellulari che causano il cancro.
3: Psiconeuroimmunologia
La disciplina che studia le
connessioni
fra
mente, sistema nervoso, sistema immunitario ed endocrino si chiama PSICONEUROIMMUNOLOGIA. In questo
modo si spiega come la guarigione sia amplificata dalla fiducia nella
terapia, a generare il cosiddetto effetto
placebo. Quando la
mente percepisce
l’ambiente come sicuro e
amichevole, le cellule si focalizzano sulla crescita. Le cellule devono
svilupparsi affinché il corpo continui a funzionare in modo
sano. Al contrario, in situazioni di stress, le cellule assumono un
atteggiamento di difesa. Quando ciò accade, le
risorse energetiche del corpo, normalmente impiegate per sostenere la
crescita, vengono dirottate a questi sistemi che forniscono protezione.
Il risultato è che in un sistema stressato i processi di
crescita sono limitati o sospesi. Nei casi di stress acuto (breve)
l’organismo è in grado di adattarsi, mentre uno stress cronico e
prolungato è debilitante, perché le richieste energetiche
del corpo interferiscono con la manutenzione richiesta, e ciò
porta a patologie e disfunzioni.
Per modificare la “registrazione” di un comportamento, occorre mettere
in moto la consapevolezza e la convinzione per
attivare il programma che contiene i mutamenti
desiderati. Per fare ciò dobbiamo innanzitutto diventare
più consapevoli di
noi stessi e comprendere come certi comportamenti siano legati a traumi
ed esperienze che hanno lasciato un segno in noi.
Quando siamo più consapevoli, diventiamo padroni del nostro
destino, anziché vittime della nostra programmazione inconscia.
Il cammino di crescita spirituale individuale, accelerato dalle
pratiche yoga e da svariate tecniche psico-energetiche, possono
accelerare la riprogrammazione delle credenze inconsce limitanti
con un benefico effetto sul nostro organismo e sulla salute psicofisica. 4: Telomeri
e invecchiamento
I telomeri sono porzioni di Dna che si trovano alle estremità
dei cromosomi e per la loro funzione possono essere considerati l’orologio
biologico della cellula. Il loro compito è quello di
riparare i danni che il DNA subisce nella vita della cellula e durante
la sua riproduzione; si accorciano ogni volta che la
cellula si divide finchè, divenuti criticamente corti, inducono
un blocco della duplicazione e la cellula muore. Questo fenomeno, del
tutto normale, connesso con
l’invecchiamento cellulare, è contrastato dalla telomerasi, un
enzima in grado di sintetizzare nuove sequenze telomeriche, riparando
il DNA e allungando
di fatto la vita cellulare. Questa scoperta, contrassegnata nel
2009
dal premio Nobel per la medicina, dimostra che le persone più
longeve sembrano avere l'enzima telomerasi
più attivo ed efficiente a riparare i danni sul DNA, ma la cosa
interessante è stata la dimostrazione
scientifica che la
meditazione è in grado di migliorare l'efficienza di questo
enzima, prolungando la vita cellulare e di tutto l'organismo. La pratica dello yoga e della meditazione
rallentano dunque l'invecchiamento.
Ma le applicazioni pratiche non si fermano quì. Nelle
cellule tumorali impazzite la telomerasi continua invece ad agire con
implacabile
efficienza
rendendole sempre giovani e 'immortali', al punto di divorare gli altri
tessuti, mentre con gli anni le cellule normali si indeboliscono fino a
sparire. Si intuisce pertanto come
gli studi sulla telomerasi o sui telomeri possano offrire filoni di
ricerca interessanti per trovare nuove strade nella lotta contro il
cancro, contro le malattie genetiche e contro l'invecchiamento. 5:
BOSONE
DI HIGS, LA PARTICELLA DI DIO
le recenti scoperte della fisica quantistica applicata alla biologia
non si fermano qui, e potranno essere utilizzate per comprendere
l'origine della vita e i fenomeni connessi con psiche e coscienza.
La nuova particella è un bosone scalare, osservato per la prima
volta nel 2012, la cui esistenza era già stata ipotizzata,
sin dal 1964, dal fisico Peter
Higgs. Egli aveva proposto una idea in base alla quale il vuoto cosmico
non
è vuoto ma è un enorme campo, una
entità
fisica che possiede determinate
proprietà fisiche in cui le particelle elementari possono
interagire. Dunque, le onde si propagano nel vuoto, anche se a prima
vista questa affermazione potrebbe suonare alquanto strana.
Per capire meglio questo concetto, introduciamo la seguente analogia,
dove le particelle elementari sono sostituite da pesci che nuotano
nell'acqua apparentemente invisibile, ma che permette a loro di
interagire e che rappresenta proprio il campo di
Higgs. In questo campo i bosoni
permettono alle
particelle di acquisire massa, cioè di materializzarsi. E'
chiamata la 'particella di Dio'
perché grazie ad essa ogni
cosa ha una massa e la materia esiste così come la conosciamo.
La scoperta di una particella come questa era necessaria: è
l'ultimo mattone del quale la fisica contemporanea ha bisogno per
completare la principale delle sue teorie, chiamata Modello Standard.
Questo è una sorta di "catalogo della materia" che prevede
l'esistenza di tutti gli ingredienti fondamentali dell'universo
così come lo conosciamo.
Tutti questi componenti della materia sarebbero inanimati senza una
massa: è il bosone di Higgs che li costringe a interagire tra
loro e ad aggregarsi. Conferisce massa alle particelle e, di
conseguenza, a tutta la materia dell'Universo visibile ma non si
può vedere perché decade, come le bollicine dello
champagne, che nascono e scompaiono continuamente, come se il vuoto
cosmico fosse un enoreme campo innevato nel quale "friggono queste
particelle". Come possono donare massa? E' come se nell'acquario
comparisse ad un certo punto un pesce particolare, che attira tutti gli
altri attorno a sè, formando un gruppo sempre più
numeroso e
compatto.
Oppure, come in una delle descrizioni
più celebri, il bosone di Higgs si comporta come un personaggio
famoso
che entra in una sala piena di persone che si muovono in tutte le
direzioni, attirando intorno a sè
gran parte dei presenti che si fermano attorno a lui formando un
gruppetto di aggregazione sempre più folto. Per riassumere questi concetti, difficili anche per un
esperto fisico nucleare, è possibile immaginare un campo di
Higgs che
permei tutto lo Spazio, pieno di questi bosoni. Come i fotoni
trasferiscono
energia alle particelle che incontrano, così i bosoni di Higgs
sarebbero vettori di massa e conferirebbero la massa. Le varie particelle
elementari attrarrebbero più o meno bosoni di Higgs, mettendo su
più o meno massa.
Il campo di Higgs non è per niente immobile, le sue fluttuazioni
sono provocate da bosoni di Higgs che compaiono e scompaiono. Il
risultato è un mare in ebollizione di particelle che si
spintonano a vicenda. Le altre particelle elementari interagiscono con i bosoni
acquistando massa, tranne i fotoni, (raggi
di luce) che sembrerebbero attraversare il campo senza subire
modificazioni.
È quindi la “regina” delle particelle elementari. Nel senso che
è la particella la cui esistenza consente che tutte le altre
particelle fondamentali (dal protone all’elettrone, agli altri bosoni)
abbiano una massa e possano manifestarsi. Per questo motivo viene
definita particella di Dio. L'UNIVERSO
è dunque un infinito campo di coscienza in cui l'energia si
condensa diventando materia.
6:
Fisica quantistica applicata alla cellula. La
materia e l'energia di cui è composto l'organismo sono tra
loro legate da un principio di dualità che le rende tramutabili
l'una nell'altra (A. Einsten, premio nobel 1921).
La Fisica quantistica dimostra che le particelle elementari quali
l'elettrone ed il fotone sono caratterizzate da una duplice natura:
corpuscolare ed ondulatoria. Sotto questo aspetto un fotone, ossia un
singolo raggio di luce, si può tramutare in una particella
(dualismo della funzione "onda-particella").
In accordo con le teorie, sperimentalmente dimostrate, di Fritz Albert
Popp, tutti i sistemi viventi sono
caratterizzati da una debole
emissione di energia definita con il termine di biofotoni,
ovvero di
quanti energetici che, in quanto tali, si propagano alla
velocità della luce, fornendo una sorta di luminescenza che va
dall'infrarosso all'ultravioletto. L'intensità di questa
radiazione corrisponde a quella di una candela osservata a dieci
chilometri di distanza. Ma la cosa straordinaria è che questa
luce formata da biofotoni costituisce una
vera e propria linea di comunicazione
istantanea tra le varie regioni dell'organismo, che non viene
filtrata
dalle membrane cellulari o da altri blocchi .
Ogni cellula emette dunque segnali specifici, caratteristici del
tessuto, e quindi dell'organo, di cui fa parte e comunica con le altre
cellule attraverso questo fenomeno di
risonanza.
Le cellule di uno stesso organo sono caratterizzate dalla medesima
risonanza.
Secondo Popp i biofotoni originano
dal nucleo cellulare ed in
particolare dal DNA, che in questa
ottica potrebbe essere paragonato ad
una stazione radioche riceve
e trasmette i segnali elettromagnetici
che regolano le funzioni vitali. I
biofotoni costituiscono il linguaggio con il quale le cellule
scambiano informazioni per dar vita ad un organismo. I
sistemi viventi sono quindi caratterizzati da un'immensa rete di
interconnessioni interne ed esterne, e ogni cellula del
nostro organismo, tramite il suo DNA, che funziona come
un trasmettitore-ricevitore, emette e riceve segnali
frequenziali.
Tutte le cellule dell’organismo sono quindi in continua ed istantanea
comunicazione fra di loro e si scambiano messaggi sotto forma di
biofotoni che hanno caratteristiche elettromagnetiche con precisi
effetti biologici. Si tratta di un sistema di autoregolazione continua,
i cui
dati fanno dialogare le cellule fra di loro e con l'ambiente esterno,
per mantenere un
equilibrio dinamico che ci mantiene in salute.
Il significato pratico è che tutta la nostra vita, le
esperienze, le emozioni interagiscono con psiche, corpo e ambiente
inducendo continui adattamenti. I problemi e le esperienze negative
diventano disarmonia o
energia bloccata, quindi sintomo e patologia.
Le cellule ricevono ed elaborano le informazioni. I nostri geni (DNA)
sono influenzati sia dalle condizioni ambientali, dal cibo, dai campi
magnetici, dall’inquinamento, da tutto ciò che proviene
dall’esterno, ma anche da tutto ciò che proviene
dall’interno, dal nostro mondo interiore, inclusi i pensieri e le
nostre credenze. E’ importante modificare quindi le convinzioni
negative che operano a livello inconscio, perchè rendono vano
ogni tentativo di cambiamento. Per fare ciò dobbiamo
renderci consapevoli di questi processi inconsci
per poter mettere in atto meccanismi di rinnovamento e scardinare il
meccanismo dell’autosabotaggio. La
filosofia yoga, con le varie esperienze meditative che insegna,
è uno dei percorsi di crescita più sicuri e veloci per
raggiungere questo equilibrio di autoconsapevolezza. Non per niente la
parola yoga significa "unione": unione ed armonia fra il microcosmo
interno di pensieri ed emozioni e l'Universo esterno, a dimostrazione
che le nostre menti e la nostra coscienza fanno parte di una Mente e
una
Coscienza infinitamente più grande.
7: Interazioni fra coscienza, corpo,
ambiente e sincronicità Questa visione
sembra trovare riscontro anche nelle più recenti scoperte
compiute
in ambito biochimico dalla Perth, la quale ha accuratamente studiato la
sottile interazione esistente tra
mente, sistema nervoso, sistema
endocrino e sistema immunitario, giungendo sostanzialmente a
confermare
la realtà energetica dell’essere umano e la sua indissolubile
unità mente/corpo. Questa incredibile
possibilità di comunicazione e di
istantaneo scambio di informazioni farebbe parte di un intreccio che
permea tutto l’universo (entalgement),
un
infinito campo di coscienza, come già detto, una vera e propria
Mente
Universale .
Anche l’essere umano è un sistema al cui interno vivono altri
sistemi più piccoli (come le cellule) ed è egli stesso
inserito in un sistema più ampio, chiamato organismo
Uomo. Vi è quindi una Mente Universale più vasta di
cui la mente individuale è solo un sottosistema; tale ipotesi
è una convalidazione, attraverso la fisica moderna,
dell’Inconscio Collettivo proposto da
Carl Gustav Jung. La
nostra mente sarebbe inconsciamente connessa e dipendente da una Mente
e una Coscienza generale che permea tutto l'Universo, di cui noi siamo
un piccolo frammento, proprio come le particelle subatomiche e
i fotoni che navigano nel vuoto cosmico aggregandosi a formare la
materia di cui noi siamo costituiti (particelle e fotoni che percorrono
l'infinito campo di Higgs). Questo spiegherebbe i fenomeni di sincronicità,
come si può capire da questo racconto:
"Un esempio di sincronicità
inteso come comunicazione dell'inconscio collettivo è dimostrato
dal comportamento della scimmia giapponese Macaca Fuscata. Una di
queste colonie viveva isolata sull’isola di Koshima, dove nel 1952
l’uomo diede alle scimmie una "spinta" evolutiva: forniva loro delle
patate dolci gettate sulla sabbia. Erano stati approntati una serie di
posti di osservazione, nei punti d’incontro del territorio del gruppo.
Abitualmente le giovani scimmie imparano le abitudini alimentari dalle
madri, che insegnano a loro cosa mangiare e come comportarsi con il
cibo stesso. Esse avvicinarono le nuove scorte di cibo "artificiale",
ma nulla nel loro comportamento le rendeva capaci di alimentarsi con
patate dolci selvatiche, perchè coperte di sabbia. A un certo
punto Imo, una femmina di diciotto mesi, risolse il problema, portando
le patate giù verso il torrente e lavandole prima di mangiarle,
originando così una vera rivoluzione culturale. Piano
piano, la nuova "abilità" si sparse attraverso la colonia,
ma poi successe ancora qualcosa di straordinario: nell’autunno di
quell’anno, un numero imprecisato di scimmie di Koshima lavava le
patate dolci nel mare, perché Imo aveva fatto l’ulteriore
scoperta che l’acqua salata non solo puliva il cibo ma gli dava un
interessante nuovo sapore. La cosa però incredibile è che
il
comportamento era apparso spontaneamente anche in altre colonie di
scimmie su isole molto lontane, senza che avessero potuto comunicare,
come se questa abilità fosse stata trasmessa da una
comunicazione inconscia fra i cervelli delle scimmie della stessa
specie."
La comunicazione inconscia dei nostri cervelli, che si comportano come
se fossero
i neuroni di una Mente Universale, spiegherebbe quindi i fenomeni di
telepatia.
8: La realtà non più
oggettiva, ma specchio della mente. L'immagine
quantistica della realtà, non è più oggettiva come
si
riteneva in passato, ma dipende in parte dall'osservatore, cone se
fossimo circondati da un enorme specchio che riflette le proiezioni
della nostra mente. La fisica quantistica
abbatte definitivamente l’utopia
di una realtà oggettiva. La natura di ogni fenomeno
osservato è inevitabilmente soggettiva e varia in relazione al
colui che la percepisce; una delle maggiori stranezze della fisica
quantistica è che quando cerchiamo di isolare e osservare un
singolo raggio di luce (fotone), in quell'istante il fotone si
trasforma in una particella, allo stesso modo, quando osserviamo una
particella, in quell'istante si ritrasforma in raggio di luce, come se noi, che stiamo osservando,
potessimo
influenzare la sua natura. Questo è il principio della
trasformazione dell'energia in massa e viceversa, scoperta da AlbertEinstein
nel 1921, ma la cosa inspiegabile è quella influenza
dell'osservatore, come se le particelle avessero una coscienza che
interagisce con la nostra, modificando il loro stato fisico... per
questo motivo i fisici Bohr e
Heisenberg
modificarono la terminologia utilizzata nell’ambito delle ricerche
scientifiche, sostituendo la parola "osservatore" con
"partecipatore". Essi giunsero anche alla conclusione che esiste
un’intrinseca inadeguatezza del linguaggio nella descrizione dei
fenomeni, per cui la comprensione della realtà quantistica
è essenzialmente esperienziale e difficilmente formulabile
attraverso la razionalità e la logica.
9: Il vuoto cosmico come campo di coscienza
e l'Universo come ologramma contenuto in
ogni particella. Il
campo quantistico (campo di Higgs)
è l’entità fisica fondamentale alla
base della Realtà Universale, un vero e proprio campo di
Coscienza che occuperebbe il vuoto cosmico.
Tale campo è
un intreccio di comunicazioni, presente ovunque nello spazio e le
particelle non sono altro che condensazioni locali della sua
energia, sempre connesse e informate in tempo reale di quello che
succede nel cosmo. La sua principale caratteristica
è la comunicazione, secondo cui parti lontane di uno
stesso sistema interagiscono tra loro
istantaneamente con una
velocità di comunicazione continua ed istantanea, come se
tutto l'universo fosse unito da una forma di consapevolezza. A
partire da questo principio sono sorti tutti i
successivi metodi di interpretazione della realtà e della natura
umana.
Il neurofisiologo Pribram e
il fisico Bohm hanno
recentemente unito i
risultati delle loro ricerche per dar vita ad un’interpretazione della
realtà che si avvale di un’analogia con il fenomeno olografico,
per cui tale visione prende il nome di
paradigma olografico. In parole semplici l'Universo
sarebbe un enorme modello tridimensionale (ologramma), contenuto
e
rappresentato fedelmente in ogni sua parte, al punto che anche anche
una
micro-particella subatomica lo riproduce all'interno. Qualsiasi
particella atomica o subatomica contiene all'interno l'immagine
tridimensionale (ologramma), il progetto insomma di tutto
l'Universo, e
grazie a questo tutto ciò che è contenuto nell'Universo
vive in uno stato di continua connessione e compartecipazione. Tale
paradigma svela che la realtà comunemente percepita
(realtà esplicita) è proprio l’ologramma, o proiezione
olografica, di una realtà energetica non localizzata situata ad
un livello più profondo (realtà implicita) che il
cervello filtra ed interpreta costantemente per renderla razionalmente
comprensibile.
Il fisico Henry Margenau parte
dalla considerazione che la realtà
è un unico grande sistema all’interno del quale
possono essere estrapolati un’infinità di altri sistemi minori;
la loro considerazione dipende dal tipo di studio che si vuole
effettuare. Anche l’essere umano è un sistema al cui
interno vivono altri sistemi più piccoli (come le cellule) ed
è egli stesso inserito in un sistema più ampio,
chiamato organismo Uomo. Vi è quindi una Mente Universale
più vasta di cui la mente individuale è solo un
sottosistema; tale ipotesi è una convalidazione,
attraverso la
fisica moderna, dell’Inconscio
Collettivo proposto da Carl Gustav
Jung. Questa Mente Universale
potrebbe esprimersi attraverso un
infinito campo di coscienza, ospitato nel vuoto cosmico come
un'intreccio di comunicazioni (campo di Higgs) in cui l'energia si
alterna alla materia.
La motivazione per cui la maggior parte degli esseri umani condivide la
stessa visione del mondo, è dovuta all’esistenza di un consenso
comune inconscio, ossia una condivisione collettiva del modo di
percepire la realtà insita nella Mente Universale Collettiva
della specie
umana. Ogni individuo crea e mantiene in piedi la costruzione di
questa realtà costantemente ed inconsapevolmente attraverso il
suo contatto inconscio simultaneo con
tutti gli altri individui. La natura di un individuo e
la
genesi delle sue malattie
possono essere comprese solo considerando il suo rapporto con l’intera
specie di cui fa parte.
10: Altre applicazioni delle scoperte della
fisica quantistica la memoria dell'acqua e gli
esperimenti di Masaru
Emoto
Nato nel 1943 in Giappone, Masaru Emoto ha cominciato nel 1984 le sue
ricerche approfondite sull'acqua.
Dopo aver messo a punto la sua tecnica di refrigerazione,
cominciò ad esaminare e fotografare diversi tipi di acqua, come
l'acqua dell'acquedotto di diverse città del mondo, e quella
proveniente da sorgenti, laghi, paludi, ghiacciai. Quindi gli venne
l'idea di esporre l'acqua alle vibrazioni della musica, delle parole
(pronunciate o anche soltanto scritte sulle bottiglie dei campioni
d'acqua) e persino dei pensieri. I
risultati dei suoi esperimenti mostrano, che i cristalli d'acqua,
così trattata, cambiano struttura a seconda dei messaggi che
ricevono.
L'acqua trattata con parole "positive" forma dei cristalli bellissimi,
simili a quelli della neve; l'acqua trattata con parole "negative"
invece, reagisce, creando forme amorfe e prive di armonia geometrica.
Le immagini dei cristalli sono talmente impressionanti che Masaru Emoto
ha deciso di renderle disponibili a tutte le persone interessate,
attraverso la pubblicazione di numerosi libri e attraverso conferenze
che tiene in tutto il mondo.
Memoria
dell'acqua, si riaccende il dibattito sull’omeopatia. L’acqua
viene «informata» dai principi attivi in essa
diluiti.
Il Dna è in grado di emettere e di trasmettere segnali
elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente
diluite, le quali
mantengono poi "memoria" delle
caratteristiche del Dna
stesso.
In sintesi,, il Dna
«comunica» all’acqua che memorizza e
divulga il messaggio.
Già in passato si era ipotizzato che l'acqua potesse avere una
sorta di memoria, concetto molto contestato dalla comunità
scientifica
internazionale. Questo studio fu
pubblicato da Nature nel 1988 e poi cancellato perché non
ripetibile. Il medico e immunologo Jacques Benveniste (1935-2004), noto
a livello internazionale per i suoi studi sulle allergie e sul sangue,
all’epoca direttore della ricerca medica all’Inserm (il Cnr francese),
fu
l’autore di quell’esperimento. Benveniste fu poi accusato di truffa e
di conflitti di interesse con le aziende di prodotti omeopatici. Seppur
additato dalla scienza internazionale, non fu mai licenziato
dall’Inserm, cosa che invece avvenne per la sua segretaria e
continuò i suoi studi fino alla sua morte. Questa nuova ricerca
sembrerebbe aver trovato una chiave scientifica a quello che
cercò di provare Benveniste. Che oggi, se fosse ancora vivo,
sarebbe super felice nel leggere quanto scoperto dal team italo
francese e pubblicato su una delle riviste di fisica più
prestigiosa, il "Journal of Physic".
Titolo del lavoro: Dna, waves and water, che ad effetto gioca tra le
parole Dna, onde (elettromagnetiche) e acqua. Ma ancora più
importante è
il nome di chi ha guidato il team francese: il premio Nobel per la
medicina Luc Montagnier insieme ai biologi Lavallè e
Aissa. Il
secondo gruppo di ricerca, l’italiano, era invece costituito da fisici.
Coordinato
da Emilio Del Giudice, (Iib, International Institute for Biophotonics,
di Neuss in Germania) con Giuseppe Vitiello (Fisico teorico del
Dipartimento di matematica ed informatica dell’università di
Salerno) e Alberto Tedeschi, ricercatore (White Hb di Milano). E’
stato Montagnier a scoprire che alcune sequenze di Dna possono
indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni
acquose
altamente diluite, le quali mantengono poi «memoria» delle
caratteristiche del Dna stesso.
Che cosa significa questo? «Innanzitutto — spiega il Nobel — che si
potranno sviluppare sistemi diagnostici finora mai progettati,
basati sulla proprietà "informativa" dell’acqua biologica
presente nel corpo umano: malattie croniche come Alzheimer,
Parkinson,
Sclerosi multipla, Artrite reumatoide e le malattie virali, come
Hiv-Aids, influenza A ed epatite C, "informano" l’acqua del nostro
corpo (acqua biologica) della loro presenza, emettendo particolari
segnali elettromagnetici che possono essere poi "letti" e
decifrati».
Nel regno animale, l’acqua rappresenta una quota compresa tra il 90-95%
negli organismi inferiori e il 70-80% in quelli superiori, uomo in
testa. E all’interno delle strutture biologiche, l’acqua si può
trovare
sia come una molecola sia in forma combinata. In realtà, l’acqua
ha ancora
molti «segreti», potendo per esempio agire come fattore di
risonanza magnetica
all’interno delle cellule e riuscire a modificare la sua concentrazione
in funzione dell’invecchiamento. Si può dire che siamo fatti
d’acqua: il
corpo di un bambino è composto di liquidi per l’80%, man mano
che si invecchia questa percentuale di acqua diminuisce, e il cervello
è l’organo che ne ha di più
(85%): nelle cellule, tra le cellule, tutt’intorno. Scoprire
quindi che la molecola d’acqua
«registra» le onde a bassa frequenza del Dna, le
«memorizza» e le trasmette in un certo senso
«amplificandole» apre realmente importanti prospettive.
Non solo per la diagnosi, possibili sviluppi di tale scoperta
potrebbero anche riguardare la cura. I
segnali elettromagnetici presenti nell’acqua,
infatti, sono riconducibili alla presenza o meno di una sua
«memoria», intervenendo sulla quale si prospettano ampie
possibilità di trasmissione dell’azione terapeutica dei principi
attivi diluiti nell’acqua stessa. Con la prospettiva di cambiare
di
fatto la vita a molti pazienti, costretti all’assunzione di
indispensabili farmaci salvavita che a volte recano però con
sé il rischio di pesanti effetti collaterali. Concetti che
scateneranno polemiche così come accadde oltre vent’anni fa per
la teoria di Benveniste, all’epoca tacciato di truffa e isolato dalla
comunità scientifica. Anche
perché la medicina omeopatica
e omotossicologica sfrutta da sempre i principi fisici per cui l’acqua
può essere «informata» da sostanze in essa diluite.
Dopo molti anni le ipotesi di Benveniste sembrano tornare
inaspettatamente di attualità. E questa volta con il supporto
scientifico della Fisica italiana, notoriamente al top mondiale. La
ricerca di Montagnier, Del Giudice e Vitello indica la strada per
arrivare a una migliore comprensione dei meccanismi di funzionamento
del paradigma omeopatico ed omotossicologico, ma soprattutto sembra
creare la base per una futura
generazione di rimedi farmaceutici senza
effetti collaterali perché diluiti, che basano il proprio
meccanismo d’azione sull’acqua «informata» dal segnale
elettromagnetico prodotto da sostanze presenti in essa a bassissime
concentrazioni. Acqua «informata» e poi
«attivata» tramite peculiari tecnologie chimico-fisiche.
La ricerca, dal punto di vista dei fisici, ha anche un ulteriore
risvolto. Dice Giuseppe Vitiello: «E’ un passo ulteriore a
dimostrazione che la moderna fisica quantistica può dare un
contributo fondamentale alle ricerche mediche di frontiera».
11: La Fisica quantistica convalida
l'omeopatia LE
PIU'
RECENTI TEORIE DELLA FISICA QUANTISTICA E LA DIMOSTRAZIONE DELLA
MEMORIA DELL'ACQUA DIMOSTRANO LA VALIDITA' DELL'OMEOPATIA.
L'omeopatia si basa su una
forma di informazione immagazzinata nella
materia e rilasciata nell'organismo, nel quale agisce a livello di
bioregolazione, cedendo informazioni alla cellula tramite biofrequenze
di risonanza che vanno a riprogammare l'attività di cellule e
tessuti, come dimostrato dalle ricerche dell'equipe del premio nobel Luc
Montagnier. Anche un rimedio altamente
diluito
fino a perdere traccia fisica della sostanza originaria non perderebbe
però l'informazione, trasmessa all'organismo. Questa
informazione, sotto forma di biofotoni ed energia di risonanza, sarebbe
in grado di superare le membrane cellulari e tutti i blocchi
riequilibrando direttamente l'organismo (vedi capitolo precedente).
12: Lo yoga e la meditazione come strumento
per favorire la fusione della nostra coscienza con la Coscienza
Cosmica che permea l'Universo quantistico Oggi centinaia di
studi scientifici dimostrano cha la pratica dello yoga, oltre a donare
calma e serenità, rallenta l'invecchiamento biologico del
nostro organismo. Ma la fisica quantistica dimostra che
l'effetto più importante è l'espansione di coscienza e di
consapevolezza. Chi pratica con costanza e completezza questa
disciplina dimostra di avere più concentrazione, più
energia e di migliorare anche il punteggio nei test cognitivi. Questo
è facilmente spiegabile con l'aumentata
capacità di sfruttare entrambi gli emisferi cerebrali, in
particolare il destro, deputato alla creatività e
all'intuizione, a dimostrazione di un migliore utilizzo del cervello. In meditazione, man mano che le onde
cerebrali rallentano, i due emisferi si connettono,
sintonizzandosi anche con i centri nervosi profondi. Le varie
aree del cervello entrano così in risonaza e si collegano tra di
loro, proprio come i musucisti di un'orchestra. Questo
determina non solo un effetto di rimozione di stress, garantendo una
maggiore capacità di sfruttare le capacità
cognitive, ma ci dona anche un aumentato
livello di consapevolezza, che contribuisce sensibilmente alla
nostra crescita personale, mettendoci in contatto con la rete di
comuniucazioni che permeano l'universo quantistico. L'aumentata
consapevolezza porta alla luce gli effetti negativi dei traumi psichici
della nostra vita, aiutandoci così ad accettarli e a
superarli. Da un punto di
vista biochimico lo yoga, il
pranayama e la meditazione fanno aumentare il livello delle endorfine del buon umore e della serotonina, la sostanza che infonde
pace e serenità, ma recenti studi dimostrano che contribuisce
anche ad aumentare i livelli di acido
gamma butirrico (Gaba), un importantissimo neurotrasmettitore
del nostro cervello, che rappresenta un sedativo naturale. A ciò
si aggiunge un accrescimento dei livelli del "fattore neurotrofico cerebrale",
indispensabile per la crescita e il mantenimento in salute dei nostri
neuroni. Non a caso livelli ridotti di questi neurotrasmettitori sono
associati ad ansia e depressione. Anche il mondo scientifico
psichiatrico riconosce questi benefici e in un recente articolo apparso
sulla autorevole rivista "Frontiers in Psychiatry", si evidenziano
effetti benefici anche contro
patologie importanti come la depressione, la schizofrenia, la sindrome
da iperattività e da deficit d'attenzione. Uno studio
pubblicato su "Indian Journal of
Psychiatry" conferma che la pratica yoga normalizza il livello
ormonale del cortisolo, normalmente molto elevato nelle persone
sottoposte a vita stressante. L'effetto di rallentare l'invecchiamentoè stato dimostrato da
recenti scoperte dell'epigenetica,
la scienza che studia gli effetti del nostro pensiero sul DNA,
che hanno evidenziato come la meditazione possa aumentare l'efficienza dell'enzima telomerasi, il cui
compito è quello di riparare il DNA (in particolare i
telomeri). I telomeri sono porzioni di DNA che si trovano alle
estremità
dei cromosomi e per la loro funzione possono essere considerati l’orologio
biologico della cellula. Il loro compito è quello di
riparare i danni che il DNA subisce nella vita della cellula e durante
la sua riproduzione; si accorciano ogni volta che la
cellula si divide finchè, divenuti criticamente corti, inducono
un blocco della duplicazione e la cellula muore. Questo fenomeno del
tutto normale, connesso con
l’invecchiamento cellulare, è contrastato dalla telomerasi, un
enzima in grado di sintetizzare nuove sequenze telomeriche, consentendo la riparazione del DNA e
allungando
di fatto la vita cellulare. Questa scoperta, contrassegnata nel
2009
dal premio Nobel per la medicina, dimostra che le persone più
longeve sembrano avere l'enzima telomerasi
più attivo ed efficiente a riparare i danni sul DNA, ma la cosa
interessante è stata la dimostrazione
scientifica che la
meditazione è in grado di migliorare l'efficienza di questo
enzima, prolungando la vita cellulare e di tutto l'organismo. La pratica dello yoga
e della meditazione
rallentano dunque l'invecchiamento! Ma lo yoga e la
meditazione, al di là di questi benefici
effetti, sono in realtà uno strumento fondamentale per condurci
rapidamente e in sicurezza alla meta di un viaggio meraviglioso, che
è il vero scopo della vita: un viaggio nell'anima, per entrare
in
armonia con l'Universo e realizzare questa "Unione", vero
significato della parola Yoga.
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